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Trento, 30 settembre 2014
Oggi il libro a Trento
Mauro Rostagno, eroe contro la mafia
di Marco Boato, parlamentare per più legislature
da l’Adige di martedì 30 settembre 2014

«Reagì Mauro Rostagno sorridendo» è il titolo del libro che Adriano Sofri ha dedicato al leader del ’68 trentino subito dopo la conclusione del processo per il suo omicidio per mano di mafia, il 15 maggio 2014 di fronte alla Corte d’assise di Trapani.

Dopo molti anni, oggi Sofri tornerà a Trento, nella sala della fondazione Caritro, per presentare il suo libro, su invito della «Associazione Museo storico in Trento» (presieduta dal sindaco di Trento Alessandro Andreatta, che sarà presente) e della «Scuola di formazione politica e culturale Alexander Langer», insieme alle librerie cittadine «Il Papiro» e «Ancora-Artigianelli».

Mauro Rostagno era stato assassinato il 26 settembre 1988 a Lenzi di Valderice, a poche centinaia di metri dalla Comunità «Saman» per tossicodipendenti, che aveva fondato all’inizio degli anni ’80, e mentre rientrava dal suo quotidiano impegno giornalistico nella televisione Rtc di Trapani. Dopo infinite reticenze e depistaggi, anche ad opera della magistratura trapanese di allora e dei carabinieri locali, in contrasto con la polizia di stato che fin dall’inizio aveva individuato la matrice mafiosa del delitto, una svolta si era verificata da parte della Procura antimafia di Palermo (guidata allora da Antonio Ingroia), che aveva provocato al termine delle nuove indagini il rinvio a giudizio dei mafiosi Vincenzo Virga, come mandante, e Vito Mazzara, come esecutore dell’omicidio Rostagno.

Iniziato nel febbraio 2011, dopo oltre tre anni la Corte d’assise di Trapani, presieduta egregiamente dal giudice Angelo Pellino (giudice a latere Samuele Corso) e con la pubblica accusa sostenuta dai Pm Gaetano Paci e Francesco Del Bene, ha concluso il processo con una duplice condanna all’ergastolo, che, a 26 anni di distanza dall’assassinio, ha finalmente reso giustizia alla memoria di Mauro Rostagno e ai suoi familiari, in primo luogo la compagna della sua vita Chicca Roveri e la loro figlia Maddalena (che aveva solo quindici anni quando Mauro fu ucciso).

Nel 2011 Maddalena Rostagno aveva pubblicato (con la collaborazione del giornalista Andrea Gentile) un bellissimo libro su suo padre, «Il suono di una sola mano» (Il Saggiatore), che aveva presentato proprio a Trento, nella biblioteca del Museo storico, il 24 novembre 2011, presentazione preceduta da una intera pagina di intervista sull’Adige del 2 ottobre di quell’anno, quando il processo di Trapani era ancora nella sua prima fase.

Ora, a processo concluso, Adriano Sofri ha dedicato alla figura di Mauro Rostagno e alle drammatiche vicende processuali questo suo libro, intriso di umanità e velato di mestizia, ma anche ricco di ironia, che rievoca e fa rivivere quella stessa ironia di Mauro, che non a caso ha ispirato l’insolito titolo «Reagì Mauro Rostagno sorridendo». Le pagine di Sofri, intercalate anche da stralci dai verbali di udienza particolarmente illuminanti, affrontano in modo rigoroso e puntuale tutti i passaggi processuali e soprattutto quella che poi si è dimostrata la svolta decisiva dell’istruttoria dibattimentale: la prova del Dna, mai prima effettuata.

Se gran parte del libro è dedicata a tutti gli aspetti della vicenda processuale, con grande efficacia di scrittura e anche con sprazzi di indagine sulla psicologia del principale imputato, l’esecutore Vito Mazzara, col quale lo stesso Sofri ha intrattenuto un singolare dialogo epistolare nel corso del processo, affrontando anche gli interrogativi costituzionali sulla pena dell’ergastolo, altre pagine efficacissime sono dedicate alla figura umana e politica di Mauro Rostagno. Un giovane uomo (è morto a 46 anni, oggi ne avrebbe avuto 72) che dalle aule di Sociologia, dalle fabbriche e piazze di Trento negli anni ’60, alle fabbriche e piazze di Milano e Monza all’inizio degli anni ’70, dalla Palermo della metà degli anni ’70 di nuovo alla Milano della fine del decennio con l’esperienza del locale alternativo «Macondo», dall’esperienza «arancione» di Poona in India aveva infine scelto nuovamente la Sicilia come sua terra d’elezione, andando a morire inerme a Trapani, dove il suo giornalismo militante e disarmato aveva scosso gli equilibri criminali della mafia, della corruzione politica, degli intrighi massonici.

Pochi mesi prima della sua morte, a fine febbraio 1988 Rostagno era tornato a Trento in occasione del convegno a Sociologia per il ventennale del ’68, a cui avevano partecipato centinaia di ex studenti di allora, ma anche Norberto Bobbio, Bruno Kessler, l’allora rettore Fabio Ferrari e molti altri. Scrive Sofri: «C’è un’intervista che Mauro diede a un collaboratore di Rtc, nel 1988, al ritorno dal viaggio a Trento con Maddalena in cui erano stati festeggiati i vent’anni dal ’68, col titolo “Bentornata Utopia”, e lui aveva tenuto un discorso in cui spiegava che eravamo stati sconfitti, e aggiungeva: “Per fortuna”. Lo ripeteva due volte: Per fortuna. Infatti».

In quei giorni di febbraio 1988 a Trento, Mauro mi aveva parlato con entusiasmo della sua nuova esperienza giornalistica, invitandomi ad andarlo a trovare a Trapani. Gli avevo promesso che l’avrei fatto appena possibile, compatibilmente con gli impegni parlamentari (allora ero senatore di Trento). Ci sentimmo poi più volte per telefono nel corso dell’estate. Ma la sera del 26 settembre, mentre ero nell’abitazione di mia madre a Venezia, mi raggiunse la terribile e sconvolgente notizia del suo omicidio. A Trento, qualche mese prima, Mauro non mi aveva mai parlato di timori per la sua sicurezza personale. Aveva affrontato l’impegno giornalistico contro la mafia a viso aperto, come aveva sempre fatto in tutta la sua vita, senza alcuna precauzione, «sorridendo». Il giorno dopo l’ho rivisto incredulo alla Comunità «Saman» nella sua bara, mentre cominciava un mesto pellegrinaggio da tutta Italia dei suoi antichi amici e compagni.

E quando il vicario diocesano mons. Antonino Adragna decise di spezzare l’isolamento mafioso con i solenni funerali nella cattedrale, tutta la Trapani, che l’aveva visto, ascoltato e seguito per due anni, quasi in una sorta di «risveglio civile» che rompeva l’omertà e la sudditanza, gli rese omaggio con una folla immensa.

Oggi è come se Mauro Rostagno tornasse per l’ultima volta a Trento, per bocca del suo antico amico e compagno Adriano Sofri.

Marco Boato
Parlamentare per più legislature

 

  Marco Boato

MARCO BOATO

BIOGRAFIA


  

Adriano Sofri
a Trento
per presentare
il suo libro
su Mauro Rostagno


TRENTO
martedì,
30 settembre 2014,
ore 17.30

Sala Fondazione
Caritro
Via Garibaldi, 33
(dietro il Duomo)

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